giovedì 26 gennaio 2012

L'AMAREZZA - Almost True di Carlo Lucarelli, quando anche le belle favole portano amare considerazioni






La storia è cominciata dal nulla, come spesso succede. C’era una volta un martedì sera noioso, con il vento gelido che spingeva sulle finestre e urlava il suo dolore, un corpo in tuta buttato comodamente sul divano e la mano che intonava   un insolito zapping, giusto per vedere se c'era un film da guardare. La scintilla scatta grazie a  un piccolo input su rai due  che annuncia, per il giovedì seguente, l’appuntamento in onda con ‘i misteri del rock raccontati da Carlo Lucarelli’. Non era ancora giovedì, ma cosa l’hanno inventato a fare youtube?

Inizia, in ordine sparso, la visione, prima con il caso degli omicidi del Gansta rap (Tupac e Notorious Big, per chi non lo sapesse), l’esoterismo e i Led Zeppelin, il club 27 e Jim Morrison fino ad arrivare al non plus-ultra, il mito indiscusso: il sempiterno David Bowie, colui che se non ascoltate di musica capite poco o niente, si può affermare che lui è la cartina tornasole di quello che avete nelle vostre librerie.
 Ogni storia si conclude con un sorridente commiato ‘più bello di così, come si fa a non crederci’. L’effetto è immediato. Già la fantasia è più bella della realtà e se lo dice Lucarelli, dev’essere vero per forza. Non si può non cedere al suo ritmo, alla sua autorevolezza educata ma ferma, e a non rimanere incantati, rapiti da quella favella che tanto ricorda la voce narrante delle cassettine di ‘Fiabe Sonore’. A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe per sognar. Come ha ben detto un amico, Lucarelli riuscirebbe ad essere convincente anche leggendo un elenco del telefono e portando come prova schiacciante un TuttoCittà spiegazzato. Chi lo dice che noi adulti non possiamo amare le favole? Se Lucarelli, che siamo abituati a vedere in vesti più serie, mentre racconta storie dell’orrore che sono più reali della certezza della morte, diventa cantastorie, ben venga il fiabesco.


La mitica puntata sul 'vampiro Bowie' (da Arcangeli&demoni.blogspot.com)




Se vi piace l'hip hop, ecco perché sono morti Biggie e 2Pac



Un po’ perché una cosa tira l’altra, un po’ perché finite le sole quattro puntate online si avverte la disperazione che precede l’astinenza, è partita la ricerca di altre briciole di pane sui sentieri del web.
Il programma è andato in onda su Deejay Tv nel 2009, su Radio DeeJay con il nome di DeeGiallo (disponibile su podcast), dal quale è stato tratto anche un libro, ovviamente di Lucarelli, ‘La faccia nascosta della luna’ (Einaudi, 2009).
Almost True e precedenti sono figli di una serie di programmi, proposti dai tempi di Tele +, che hanno come autore lo stesso giornalista appassionato di musica, Ezio Guaitamacchi, autore del libro Delitti Rock (Arcana musica, 2010). Sempre su Rai è andato in onda l’omonimo programma, diretto da Massimo Ghini e dallo stesso Guaitamacchi. Dieci le puntate in onda tra settembre e novembre 2011 con una media del 5% di share. Se si viene morsi dal mockumentary le strade schiumano di materiale, il tunnel è bello lungo. Tutto bene quello che non finisce e basta. Ma è davvero così?







Non ho potuto fare a meno di ricordare l’ultima puntata dell’ultima serie di Boris, gli occhi del cuore quando il dott. Cane svela all’ingenuo regista Ferretti le ragioni che hanno spinto la rete ad affossare la fiction ‘nuova’, di ‘qualità’, già dalla prima messa in onda: far fallire il cambiamento per dimostrare che un'altra televisione è impossibile. Ne segue logicamente che chi non gradisce l’offerta si disaffeziona, almeno in pubblico, e i restanti, per scelta o per condizione, si beccano quello che passa il convento, e la solita minestra è preceduta da un frastuono tale che bisognerebbe essere eremiti per non sentirne l’eco. Mentre per quanto riguarda i programmi di qualità, o si trovano per caso o si continua ad ignorarne l’esistenza. Quanto sarebbe bello se la frase del dott. Cane non sembrasse plausibile, e le sue spiegazioni frutto dell’invenzione? Purtroppo, più vero di così, come fai a non crederci?


 




Non è mai una cosa così seria da non pensare l'esatto contrario
Mai dire mai. 
Ilaria Calamandrei

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