venerdì 15 giugno 2012

EL PASTELEO O IL BISCOTTO- E TUTTI HANNO SUBITO PENSATO MALE


Alcuni non hanno aspettato neanche l’inizio di Italia-Croazia. Sembrava già scritto. Pareggio con i croati e noi fuori con il Biscotto. I giornalisti si sono scatenati dopo il risultato, ma sotto sotto, erano già pronti con titoli e corsivi.

prima pagina de La Gazzetta


Visto quello che è successo all’Europeo del passato la reazione potrebbe anche sembrare logica. Tutti si ricordano la torta di Svezia-Danimarca, con tanto di striscione 2-2 and the spaghetti are out, che a me ha fatto odiare qualsiasi cosa fosse remotamente scandinava, dal salmone affumicato a… che altro hanno in Scandinavia? La sauna che non posso fare perché fa male? I tipi biondi afflitti da darwinismo sociale? La vodka che è anche russa? 

Il calcio fa questo e altro, è un rivelatore di vera natura e di una parte della vera cultura. Gratta la patina di persone e popoli all’apparenza civili e le riduce in bestie pronte a bersi di tutto (in tutti i sensi) e a pensare qualsiasi cosa. Dire qualsiasi cosa. Fare qualsiasi cosa. Come lanciare una banana a un giocatore di colore, anche se Balotelli, con quella pettinatura, sembra davvero uscito dalla zoo. Sterminare migliaia di randagi per rendere le strade pulite. Tirare un cazzotto a un arbitro che da un rigore contro in una semifinale, tra l’altro a torto, e chissà cosa avrà pensato Nuno Gomez vedendo il replay. Sputi, insulti, gesti dell’ombrello, sfottò al limite, come quello mitico della Franzoni, quello su Pessotto sulle note di Vola della Cuccarini. Hai voglia a dire: 'Io non c'entro il calcio non mi interessa'. Se non tifi calcio, guardi i programmi della De Filippi, ti depili in emergenza usando il rasoio del tuo ragazzo di nascosto, fai stalking ai tuoi rivali in amore su facebook mandando minacce di morte se proprio sei patologico (io ne ho ricevute ad esempio), pensi di portarti a letto le amiche della tua ragazza, potrei continuare ma insomma, nel trogolo a grufolare ci vanno tutti, è umano. 
Il calcio è il contrasto che fa emergere certe bassezze caratteristiche che si nascondono dietro gli slogan di fair-play e politically correct e predestinazione tanto cari al buon pensiero europeo, scritto, citato, più raramente vissuto. Chi vive il calcio a vari livelli lo sa. 

Ivan il terribile


Se no, come mai si manda un Cassano a parlare di ghei in nazionale se non per attirare l’attenzione? Cassano contro Cecchi Paone senza suggeritore, Cassano, che è riuscito a dire  mmocc’ bocchin de Mameta in diretta, che letteralmente vuol dire ‘all’anima dei bocchini di tua mamma che non sei nemmeno nato da una scopata ma da un concepimento splash, da un rivolo di sperma scivolato per sbaglio’.
Dialettalmente poetico, ma non proprio il massimo della diplomazia.
Si manda Buffon, l’uomo che difese l’opportunismo delle scelte anti-sportive a fare appello alla correttezza dei professionisti della nazionale spagnola. Roba che se non ci fossimo abituati a peggio, farebbe ridere per la sua assurdità.

Gli spagnoli ovviamente reagiscono, e anche i croati (la cui professionalità non è stata molto presa in considerazione). I loro tifosi rilanciano, chiedendo a Buffon quanto hanno scommesso, e pregustando la vendetta a lungo attesa dopo il gomito di Luis Enrique. Dicono che i ladri sospettano tutti gli altri di disonestà. Ci danno dei tramposos, attendono el pastelao come un atto di  giustizia sul nostro essere la Gomorra d’Europa.
Nessuno, spagnoli compresi, pensa che in realtà potrebbe andare in altro modo, come spesso succede nel calcio: che la Croazia potrebbe battere la Spagna. 

Ma a questo punto di quello che fa l’Italia potrebbe anche smettere di fregarcene perché abbiamo già abbastanza materiale sul quale riflettere. E’ un peccato che con questa nazionale, con questo bel gioco, si esca al primo turno, è vero. Ma ormai, anche la piccola soddisfazione che potrebbe darci una vittoria della nazionale sono avvelenate dal clima piagnisterico. E poi, non siamo noi un bel paese, ricco di cose commoventi per il cuore, per lo spirito e per la mente? E guarda come cavolo siamo messi.
 Tra complottopoli e catastrofi economiche e naturali, tra figuracce internazionali e tribuni dall’animo corrotto, la nostra vera bassezza sembra  la stitichezza cronica
http://nicolacappello.wordpress.com


Per questo abbiamo pensato subito male. Siamo come gli stitici, come gli assuefatti di Eparema, prugne secche e cotognate, siamo dei rompipalle insopportabili, di quelli che se il compagno di viaggio va in bagno son subito lì a chiedere ‘L’hai fatta?’ e li odi perché sai, se non bastasse l'Inno del corpo sciolto di Benigni a ricordarlo, che lo stitico è invidioso, insoddisfatto e maligno.  Siamo un paese che non riesce ad andare al cesso e si vede, si sente oltreconfine e si teme il giorno dello sblocco.
Altro che terremoto. Altro che Biscotto!