lunedì 25 febbraio 2013

RUTTO LIBERO: CRONACA DEI MIEI SCORRETTI PENSIERI POST ELETTORALI

Economist del 2009. Yes we Can't (change!

Prima di farvi la cronaca dei miei sconci, scorretti e incazzatissimi pensieri post-risultati elettorali lasciatemi raccontare un'aneddoto.

Un po’ di anni fa mi trovavo con delle amiche di fronte a un locale di Milano, e il proprietario si era messo a fare proselitismo alcoolico sul nulla con noi giovincelle universitarie. Ricordo che aveva i denti marci dei consumatori di paste e parlava a ruota libera infilando una cazzata ogni tre parole. Non sapevamo proprio come levarcelo dalle palle. Discuterci era tanto impossibile quanto inutile. Metterci d’accordo su come piantarlo lì era difficile. Quando la Carolina che sembrava assente, tutta assorta nelle sue ballerine, dopo aver preso una grossa sorsata dalla sua birra al collo, emise un rutto a boato proprio in faccia al tipo, un rutto epico, di quelli che agitano le palme in Africa e decolorano i capelli degli astanti. Noi scoppiammo a ridere e lui fuggì via, per sempre.

I risultati elettorali mostrano un paese non diviso, ma democraticamente suddiviso. Qua casca l’asino, scatta la tragedia nazionale, c’è da mettersi il lutto stretto, da chiudere le scuole, da abbassare le bandiere a mezz’asta, bisogna sollevare ogni convenzione e vomitare lo stupore, lo sgomento, l’incazzo, nel prendere atto che un terzo degli aventi diritto ha votato la Fondazione Mignotte Povere che sognano la Vuitton, l’Associazione Mala Vita In Completo, il Rifugio Anziani Culo All’Orizzonte sull’Ultima Spiaggia. Pensavo che chiunque avesse vinto non sarebbe mai riuscito a governare. Non avrei mai  immaginato che dopo tre anni di svelamento delle malefatte del PdL il 30% degli aventi diritto si azzardasse a votare Berlus-Khan.
Al diavolo la correttezza, i ragionamenti, le citazioni, il rifugio dell’arte e vai con il Rutto Libero, svincolato da ogni riserbo e libero da scrupoli. (Spero che più di una merda pidiellista lo legga e s’incazzi quanto mi incazzo io quando leggo cosa pensa La Russa di Mussolini).

Ore 16:00
Nel nome del mio prozio barlettano che diede un fico d'india a un soldato nazista senza pelarlo prima: andate a fanculo, quanti siete. Lo darei a voi il fico d'india, intero.

Ore 17.00
Devo procurarmi un certificato falso di pura razza ariana, ora che la lega ha in mano metà della Lombardia. Già il lavoro non lo trovo così come sono, figuriamoci quando scoprono che mia madre è di Barletta.

Ore 18:00
Se il patrimonio artistico fosse fatto di petrolio o gas naturale potremmo almeno sperare in un intervento dell’Onu. Invece niente, niente, NIENTE !!!

Ore 18.15
Questo succede perché le persecuzioni si svolgono sempre su criteri di provenienza etnica, appartenenza religiosa e ideologia politica, permettendo agli imbecilli di salvarsi sempre, trombare e proliferare come conigli nei secoli dei secoli.

Ore 18:28
Chissà se è troppo chiedere di introdurre nel Codice Penale una legge che punisca con deportazione forzata quelli che votano con il culo. Potremmo chiamarlo ‘delitto di lesa democrazia’ o ‘delitto di voto col culo’.

Ore 18:30
Sospendiamo la Serie A Tim e inauguriamo il Campionato di Calcio nel Culo del Berlusconiamo.  Sono certa di vincere lo scudetto e di qualificarmi per la Champions.

Ore 20:30
Il 30% degli elettori crede che Ruby sia la nipote di Mubarak. Peccato aver chiuso i manicomi.

Ore 21
il 30% degli aventi diritto voterebbe Lukashenko, Assad e Voldemort tutti amici di Berlusconi e ospiti fissi a Villa Certosa.

Ore 21:30
Il 30% degli elettori dovrebbe andare in giro con la ‘Stella di Silvio’ in modo da permettere al resto della popolazione di identificarli, evitarli o prenderli a calci nel culo.

Ore 22
Peccato che abbiano scoperto l’inefficacia dell’elettroshock nella cura delle malattie mentali. Dovremmo far internare il 30% degli aventi al diritto e curarli. Curarli come si deve.

Ore 23
il 30% degli elettori guarda la D’Urso, la De Filippi e Fede e ci crede, tantissimo. Andrebbero privati del diritto televisivo, del diritto di voto e televoto, e obbligati a riottenerlo sostenendo un esame di Letteratura Italiana che preveda la lettura completa e la memorizzazione di vari testi integrali tra cui:

-Zibaldone
-Promessi Sposi
-Canzoniere
-Divina Commedia

Mi candido come esaminatrice sadica.

Ore 23:03
Al 30% della popolazione piace la penetrazione anale a secco.

Ore 23:05
Voglio migrare e raccontare la tragedia di un paese con un patrimonio culturale tanto enorme quanto inutile, un paese dove solo pochi genitori vietarono ai figli di guardare i programmi di Canale 5. Potrei chiamare il mio libro ‘Arcipelago Mediaset’ e posare con una faccia serissima per foto da terza copertina. Poi scaricare una serie infinita di ‘vaffanculo’ fino a farmi venire i lividi nell’incavo del braccio destro appena nessuno mi vede. Vaffanculo diretti a voi, 30% degli aventi diritto.

Ore 23:30                       
Ai ricchi che ieri sedevano nelle poltroncine riscaldate di San Siro: lo avevate a portata di mano e lo avete fatto uscire illeso. Conosco un ragazzo che scatarrò sul paltò di Moggi in epoca pre-calciopoli, guadagnandosi tutta la mia stima.

Ore 23:35
Ai poveri che occupavano il resto di San Siro ieri: fischi a Balotelli, cori sull’ischemia di Cassano, sul ginocchio di Milito e il Nemico Numero Uno era in Tribuna tra quella befana della figlia e quel cesso-culo-flaccido della Pascale, (che la peste da troppe lampade li colga tutti). Che scusa abbiamo?

L’avevo detto io, di non cagarlo.










giovedì 21 febbraio 2013

DA 'PIU CHE UN CLUB' A MENO DI UNA SQUADRA



Lionel Messi


Io non scommetto mai. Non sono tagliata per il gioco d’azzardo, sono troppo emotiva, non dormo prima delle partite importanti neanche in campo ci dovessi scendere io. Eppure quando ho visto che la vittoria del Milan era data 6 a 1 ho pensato di metterci 25 euro. Il prezzo di una partita, soldi che avrei speso in ogni caso, e che moltiplicati avrebbero sollevato un pochino il Fondo Disoccupazione Ilaria Calamandrei.
Credevo nella botta di culo o magari nell’impresa disperata. Mi ripetevo che pure un giocatore modesto come Antonini può, con le giuste motivazioni, con la lingua di fuori e il pubblico che trattiene il fiato fino alla fine, fare recuperi degni di un Thiago Silva. Puyol dichiarava di temere questo Milan, e pensavo sì, come no, e io sono un parka Burberry nuova collezione rosso ciliegia.

Chi avrebbe mai immaginato un gruppo di professionisti del calibro di Messi e compagni, una delle compagini più forti della storia del calcio, fare scena muta come l’ultimo della classe? Come ha ben detto Daniel Harris sul Guardian: ‘Il Milan aveva un piano che ha funzionato, il Barca no’. Certo, c’è il ritorno, e i soldi vinti non dureranno molto. Ma da ieri sono più ricca anche di una massima dal sapore un po’ sacchiano: ‘L’arroganza ha reso il Barca Més Que Un Club meno di una squadra’. I poveri ringraziano.