La minaccia di sgombero incombe sulla Torre Galfa. Se pensate che la cosa non riguardi tutti, vi prego di leggere queste righe e valutare.
|
Torre Galfa, via Galvani, Milano |
So qual è il pensiero italiano tipo, è un derby di tendenze in lotta fra loro, destra/sinistra, ordine/disordine, soldi /finta povertà, emulazione inutile e cieca della ricchezza/ scontentezza cronica. Un pensiero all’ombra delquale sono cresciuta, nato da trent’anni d’ignoranza, su cui politica ha gozzovigliato, per sopperire alla propria mancanza di idee.
|
Johnny Hart, B.C. |
La gente, a volte incolpevole, a volte cieca, a volte indifferente e occupata dal tran tran quotidiano, non sa.
Non sa che senza iniziativa privata di un pugno di artisti, alcune delle più importanti realtà culturali italiane neanche esisterebbero. Prendiamo ad esempio la nascita del Teatro Piccolo di Milano. Il governo della ricostruzione non ha detto: ‘c’è il vecchio palazzo della Muti che ha una sala di proiezioni, diamola a Paolo Grassi e a Giorgio Strehler e magari ci fanno un teatro.' I pionieri (Grassi e Strehler lo erano) lo spazio se lo prendono, lo occupano, senza chiedere il permesso. Così nacque il primo teatro stabile di Italia, la rete teatrale più importante d'Europa. Sembra che oggi non lo ricordi più nessuno.
|
La sede storica del Piccolo, via Rovello, Milano |
Eppure il teatro è lì, e la gente ci va, va al cinema, compra opere d’arte, libri antichi e nuovi, fa studiare i propri figli, perché la cultura è anche uno status.
E sa anche che qualche italiano vince il Nobel per la letteratura, ogni tanto. Se ne vanta. Così come si vanta con gli stranieri del patrimonio culturale del proprio paese.
A differenza di quello che accade per gli scienziati,l’artista spesso non fugge all’estero, il suo cervello rimane sul territorio, a cercare ispirazione, sì, ma a prendersela in quel posto, amisurarsi contro l’ignoranza, l’indifferenza e contro la politica anche.
Alla politica italiana, della cultura, non gliene frega molto. Basta guardare chi, in questo governo di tecnici, ricopre la carica di Ministro dell’Istruzione e della Cultura. Ma a pensarci bene è una leggerezza che nasconde molte insidie. Come si può sperare che un popolo che non capisce la lingua ufficiale rispetti le leggi? Come si può sperare che impari a lavorare se chi gli insegna le direttive non sa esprimersi? Come pretendere che si impari decentemente una lingua straniera se non si sa neanche la propria? Come diventiamo ‘civili’ senza istruzione e cultura?
|
Andrea Pazienza, Satira |
Quando è così non ci resta l’iniziativa privata deicittadini, dei professori, degli artisti. Non sempre questa è nei limiti della legalità, ma cerca di emergere sfidando le istituzioni quando queste non danno risposte sensate.
Non avremmo nient’altro che rovine, figlie di governi passati, testimoni di una produzione culturale e artistica sostenuta dalla politica, o figlie di iniziative private di cui pochi conservano la memoria.
Sarebbe bello, per la cultura, mettersi la magliadella nazionale, o dell’internazionale (non l’inter, non socialista), fare quello che fece a suo tempo Pasolini, da controverso artista vicino alla sinistra:andare a trovare, emozionato e riverente, il vecchio Pound, lo stesso cheparlava dall’Eiar e aveva regalato i Cantos al Duce. Perché aveva scritto ‘i più bei versi’.
La cultura, così come l’ignoranza, è l’unica cosa che ci appartiene in parti uguali.
|
Ezra Pound e Pier Paolo Pasolini |
Ho fatto un bel giro, ma spero di avervi convinto afirmare l’appello di Macao contro la minaccia dello sgombero qualunqueschieramento vi rappresenti di più. Ho fatto appello al vostro buon senso, lamigliore politica di sempre.
Qui sotto, l'appello:
|
L'appello diffuso da Macao |